venerdì 14 settembre 2012

Salmorejo, zuppa di pane e pomodoro

Nuovo post, nuovo contest.
Oggi andiamo in Spagna.



Vacanze. Solo la parola dà sollievo, ci fa allargare la bocca in un naturale sorriso spensierato; la stessa goduria che si prova mangiando un cucchiaino di nutella (sporcandosi, intendo!), quando nessuno ci vede.
Finite. Repentino ritorno alla realtà, come un tonfo di fondoschiena sul cemento, da tre metri d'altezza.
Ora però che devo partecipare a questo contest con ''La ricetta del rientro...'', sto cercando di ripescare tutte quelle sensazioni da 'cucchiaino di nutella', così da potervi raccontare il mio viaggio.
Altra premessa: viaggiatrice, vacanziera, esploratrice, oziosa in trasferta, visitatrice, globe-trotter... ciò che volete, ma non turista!

Ho sempre voluto andare in Marocco, ma intanto l'ho trovato in Spagna.
I colori, il clima, i profumi (o gli odori), la vivibilità delle città, i ritmi oscillanti tra la brulicante frenesia e la siesta, gli sguardi della gente, gli abbigliamenti, la lingua che si sente in sottofondo con la 'coda dell'orecchio', la storia che si respira, così antica e varia, nonostante fuori, nelle periferie, ormai viva il popolo in tailleur e valigette 24h.
Abbiamo girato Barcellona; a piedi, con i mezzi pubblici, mischiandoci a volte con gli abitanti, intenti a fare compere o commissioni, a volte con i turisti, intenti a fotografare ogni più piccolo sassolino colorato, nel dettaglio. Abbiamo camminato con il naso per aria, per non perderci nulla, abbiamo cambiato le nostre abitudini: mangiato ciò che mangiano gli spagnoli, bevuto ciò che bevono gli spagnoli, vissuto come vivono gli spagnoli. O almeno ci abbiamo provato!
Gli acquisti sono stati, come sempre, sostanziosi ed ingombranti (in aeroporto la malinconia della vacanza finita va alle stelle con la sovrattassa per il bagaglio!), ma ciò su cui ci si attarda di più è, rullo di tamburi, il cibo.
Esqueixada de bacallà, butifarra con mongetes, chorizo, jamon serrano, pa amb tomàquet y selecciòn de embutidos, zarzuela, arroz a banda, escalivada, faves a la catalana, picada, allioli, samfaina... Moltissi piatti caratterizzati da gusto deciso, varietà di ingredienti che spaziano dal mare alla terra, piatti unici e abbondanti, bollenti anche d'estate. Tutto innaffiato, intiepidito ed indirizzato verso quella che si prospetta essere una digestione impegnativa, grazie a fiumi di sangria, nelle sue mille varianti, e vini (stupendi) come Priorat, Penedes e Alella, prodotti con una mescola di vitigni tradizionali e uve internazionali. Della serie ''l'acqua fa ruggine''.
Ma, come è noto, le tapas la fanno da padrona: albondigas, aioli, bacalao, boquerones, papas bravas, ensaladilla, tortilla de patatas, pescado frito e chi più ne ha più ne metta.

Io vi ho portato/postato qualcosa di più particolare, un piatto povero che magari non è tra le prime scelte quando non si hanno tanti giorni di permanenza; è giusto dare la priorità ad altre stupende preparazioni. Però per questo contest ho scelto una cosa tradizionale, del popolo, senza alcuna pretesa se non quella di sfamare, rinfrescare e far bene alla salute, ma con sapore e bell'aspetto. Salmorejo, un cugino del più popolare gazpacho, ma fatto a mo' di zuppa, con il pane raffermo, il pomodoro, l'aglio, l'olio. Servito freddo, nelle torride estati andaluse.

La mia versione si ispira al ritorno alle tradizioni, alle cose fatte bene e con calma, agli ingredienti della nostra terra, coltivati secondo natura; a quella ricerca che oggi va tanto di 'moda' nei localini dotati di bodyguard e ha come followers 'chiccosi' 'riccastri', ma a me piace di più così, con il cappello di paglia e le mani sporche di terra.
Dicevo, la mia versione è fatta con pane homemade ai semi di papavero, pomodori perini, aglio e basilico biologici (del mio orto), olio extravergine di oliva calabrese (olive coltivate, raccolte e frante da una stupenda amica con uno stupendo agriturismo), sale marino iodato, acqua oligominerale.
Il gusto della semplicità.






Ingredienti:
800gr di pomodori perini maturi
1/2 spicchio d'aglio (io non l'ho messo)
250gr di acqua
200gr di pane casereccio raffermo (il mio ha i semi di papavero)
sale e pepe macinato al momento
olio evo
basilico fresco

Preparazione:
spezzattare il pane in una ciotola e lasciarlo ammorbidire con l'acqua.
Pelare i pomodori e privarli dell'acqua di vegetazione e dei semi (grossolanamente).
Pestare tutti gli ingredienti assieme con l'aiuto di un impastatore manuale, uno schiacciapatate o un batticarne (dentellato), unendo circa 50ml di olio extravergine.
(se non vi vede nessuno potete usare il frullatore elettrico)

Servite fresco, con una macinata di pepe, un filo d'olio e una foglia di basilico.


¡Buen Provecho!

1 commento:

  1. Che bella la tua storia! Adoro la Spagna e anche io sono molto viaggiatrice e poco turista.. ma il mio stomaco in Spagna non riusciva a seguire gli orari spagnoli e mi chiedeva da mangiare ai suoi orari :)
    Vado subito a linkare la tua ricetta, grazie mille per aver partecipato

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